Disfunzione erettile, ecco la terapia per superarla
di Antonio Caperna
ROMA – Solo il nome un tempo destava vergogna e preoccupazione nell’uomo e nella propria compagna. Oggi invece l’impotenza è una malattia che può esser superata al 100%.
«Il vecchio termine di impotenza è oggi scientificamente sostituito con disfunzione erettile ovvero l’incapacità a ottenere o mantenere una erezione sufficientemente valida per avere un rapporto sessuale soddisfacente – sottolinea il professor Ermanno Greco, direttore del Centro di Medicina e biologia della riproduzione dell’European Hospital di Roma -. Nel suo termine è compreso anche quello di eiaculazione precoce. Oggi esistono sistemi diagnostici adeguati per valutare in maniera obiettiva se la patologia è dovuta a vere e proprie alterazioni fisiche o psicologiche».
L’erezione è un fenomeno vascolare neuro mediato e si valuta attraverso il classico esame ecocolordoppler, per verificare la funzionalità del sistema arterioso e venoso penieno oltre che la struttura stessa dei corpi cavernosi, le strutture anatomiche responsabili dell’erezione. Si effettua dopo la somministrazione di un farmaco vasodilatatore all’interno dei corpi cavernosi, per ripetere quello che avviene fisiologicamente, cioè la liberazione dell’ossido nitrico. Durante questo test viene anche somministrata al paziente una stimolazione sessuale visiva e la rigidità peniena è registrata e computerizzata. L’armamentario terapeutico è oggi vastissimo, ma i trattamenti on demand vanno affiancati a un corretto stile di vita e a integratori in grado di ripristinare i normali livelli di ossido nitrico nell’organismo, come quelli a base di citrullina, aminoacido trasformato nel rene in arginina.
Insieme all’ossigeno presente nel sangue dà luogo proprio alla sintesi dell’ossido nitrico. «Queste condizioni possono mancare quando i livelli di testosterone sono bassi o in seguito a interventi chirurgici, che ledono il sistema neurologico come la prostatectomia radicale – prosegue il professor Greco -. Passo successivo è la somministrazione, indolore con auto iniettori, direttamente nei corpi cavernosi di sostanze vasodilatatrici. Qualora anche questa terapia non funzioni si può ricorrere alla chirurgia mediante l’inserimento di protesi peniene. In caso di eiaculazione precoce si possono dare farmaci in grado di aumentare i livelli cerebrali di serotonina».