Il 10 settembre si celebrerà a Roma la Giornata mondiale della salute sessuale. In vista di questo importante evento, sono stati resi pubblici alcuni dati di un sondaggio promosso dall’Istituto di sessuologia clinica.
Di Miriam Giangiacomo
Li abbiamo commentati insieme al professor Ermanno Greco, andrologo e Direttore del Centro di Medicina e Biologia della Riproduzione dell’European Hospital di Roma , già docente di “Fisiopatologia della Riproduzione” e “Tecnica e Diagnostica Andrologica” presso la scuola di Ostetricia e Ginecologia dell’Università Tor Vergata di Roma e attualmente responsabile del Programma di Diagnosi Preimpianto Embrionale, presso l’European Hospital di Roma.
Professore, da recenti sondaggi è emerso che quattro milioni di italiani sono affetti da eiaculazione precoce, e altri tre milioni sono alle prese con la disfunzione erettile, inoltre un italiano su tre ha sofferto nel corso della vita di disfunzioni sessuali. Può spiegarci meglio di cosa si tratta e quali sono le fasce d’età più interessate?
“Il 10% della popolazione maschile è affetto da questo tipo di patologie, anche se bisogna distinguere tra disfunzione erettile ed eiaculazione precoce. Sommando le due patologie si supera la soglia raggiungendo un 20% della popolazione italiana. La disfunzione erettile ovviamente aumenta man mano che l’età cresce perchè dipende dall’afflusso di sangue all’interno del pene. L’eiaculazione precoce è invece dovuta alla carenza di una sostanza, la serotonina, a livello cerebrale. Attualmente si usano dei farmaci in grado di aumentare il livello di serotonina, e sono farmaci davvero molto efficaci”.
Dallo studio risulta anche che il 38% degli italiani ha fatto ricorso almeno una volta ad aiuti farmacologici per confermare la propria virilità…
“Sì, e nei giovani questo problema è in aumento, soprattutto perchè molti ragazzi al giorno d’oggi fanno uso di sostanze che potenziano l’erezione anche senza averne un effettivo bisogno. Si tratta di una sorta di doping farmacologico”.
In quanti si recano da un andrologo e qual è la loro età media?
“Sicuramente negli ultimi anni il paziente si reca di più dal medico, sia per ricevere una maggiore informazione, sia perchè sono oramai caduti diversi tabù, ma anche perchè le patologie sono in aumento. Attualmente un terzo di coloro che vanno dall’andrologo ha meno di 40 anni, due terzi invece superano i 40”.